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Literature Text
Donna si alzò dal letto. "E' stato bello pensò." Poi raccolse i suoi vestiti mentre Erik continuava a dormire. Indossò l'intimo e una canottiera, un abbigliamento tanto comodo che lasciava intravedere tutte le sue migliori doti. Dopodiché uscì dalla stanza senza degnare di uno sguardo il suo compagno e si diresse lungo l'unico bianco corridoio della nave, raggiunse il portello e applicò una breve pressione sul pavimento con la punta del piede destro, scalzo, e lasciò che l'assenza di gravità la portasse nel tunnel di connessione. Richiuse alle sue spalle il portello e grazie ad un'altra lieve pressione fluttuò fino alla sua nave, staccò il tunnel connettore internavale e si allontanò con la sua nave-casa.
Erik si svegliò appena in tempo per raggiungere il ponte di comando, una terminologia molto antica per definire una cosa così moderna, e osservare Donna attraverso l'unica apertura della nave sull'esterno, una sorta di oblò gigante, mentre se ne andava.
Gli dispiaceva non averla salutata ma sapeva che era meglio così.
"Joel, preparami la colazione!" gridò Erik, il robot entrò nella stanza dicendo "Buongiorno signore".
"Ti ho già spiegato più di una volta che non devi darmi il buongiorno: in questo dannato cubo di metallo non esistono il giorno e la notte!"
"Si, signore"
" "Si, signore" dici sempre così eppure non smetti mai di farlo!", l'essere umano era sempre molto arrabbiato dopo una notte in dolce compagnia.
Il robot non rispose e digitò qualche tasto sulla tastiera-cucina con il suo unico braccio meccanico, nel frattempo Erik si diresse al pannello di comando e impostò la rotta verso Saturno: voleva rivedere ancora una volta i suoi amati anelli, lo avevano sempre affascinato.
Un piccolo tavolo e un piccolo sgabello bianco salirono dal pavimento, dal soffitto scese un braccio che svuotò dell'acqua calda dal colore strano nella grande tazza da ramen che aveva portato Joel: era un brodo che conteneva tutti i nutrienti necessari per una sana colazione e chi avesse avuto un po' di fantasia avrebbe potuto cogliere un retro gusto di fetta biscottata bagnata nel latte, ma chi si ricordava il gusto del vero cibo a quei tempi?
Mentre Erik stava bevendo la colazione assorto nei suoi pensieri, il robot parlò.
"Signore, dovremmo fare ritorno alla Stazione Rifornimenti-Terra più vicina, iniziano a scarseggiare i viveri per lei, l'ossigeno, il carburante, l'acq…"
"Si si, ho capito!" lo interruppe Erik "Niente anelli di Saturno nemmeno questa volta, cambia pure la rotta! Accidenti, è peggio convivere con te che con una moglie e una suocera!"
Il robot stava cambiando rotta quando l'umano finì di consumare la sua colazione, così il maggiordomo di casa raccolse la tazza e la ripose in una apertura sulla parete che si era aperta dopo che aveva digitato alcuni tasti. Non appena il servo ebbe finito il suo lavoro, il cinico umano disse "Voglio di controllare se ci sono novità, fai apparire il mio computer."
Così lo schiavo digitò altri tasti e dal soffitto discese, proprio sopra al tavolo, un altro braccio meccanico al quale era collegato uno schermo. Toccandolo con i polpastrelli l'uomo controllò velocemente le ultime novità e le offerte di "per-tutti-bisogni.uni", il sito internet che aveva consultato il giorno precedente e che gli aveva fruttato una bella notte di passione. Purtroppo non vi era niente di interessante, solo annunci molto costosi di cose create in laboratorio, illusioni di un passato che non esisteva più come "comprate dei veri pomodori", "assaggiate il vero cioccolato" e altre cose simili: come se qualcuno potesse sapere se quelle schifezze in provetta avessero veramente il sapore con il quale erano vendute! A questi annunci si aggiungevano donne in cerca di un uomo per diventare madri, parrucchieri a domicilio offrivano un taglio alla moda, come se essere al passo coi tempi fosse ancora importante ora che il tempo non esisteva più, e tante altre inserizioni superflue, eco di un passato che non aveva più senso ricordare.
Così, annoiato come ogni altro giorno, Erik disse al robot che sarebbe andato a coricarsi: dormire era il miglior modo per far passare velocemente il tempo in attesa di morire.
La nave aveva già iniziato il suo viaggio verso la più vicina fra le Stazioni Rifornimento-Terra sparse nell'universo, in quel luogo altri robot lavoravano per prelevare tutti gli elementi chimici primari dai pianeti vicini, quest'ultimi venivano poi utilizzati dalla stazione che produceva tutto quello che serviva alle navi, dall'ossigeno alle brodaglie che costituivano i pasti degli esseri umani.
Naturalmente tutto questo era svolto esclusivamente da robot e nessuno uomo in carne ed ossa doveva compiere alcun gesto, nemmeno controllare che tutto funzionasse.
Sdraiato sul duro letto Erik sentì l'odore della donna che era con lui la notte precedente, per un po' lo assaporò con gusto poi, disgustato si girò dall'altra parte: "sentimenti: sono una maledizione!".
Erik si svegliò appena in tempo per raggiungere il ponte di comando, una terminologia molto antica per definire una cosa così moderna, e osservare Donna attraverso l'unica apertura della nave sull'esterno, una sorta di oblò gigante, mentre se ne andava.
Gli dispiaceva non averla salutata ma sapeva che era meglio così.
"Joel, preparami la colazione!" gridò Erik, il robot entrò nella stanza dicendo "Buongiorno signore".
"Ti ho già spiegato più di una volta che non devi darmi il buongiorno: in questo dannato cubo di metallo non esistono il giorno e la notte!"
"Si, signore"
" "Si, signore" dici sempre così eppure non smetti mai di farlo!", l'essere umano era sempre molto arrabbiato dopo una notte in dolce compagnia.
Il robot non rispose e digitò qualche tasto sulla tastiera-cucina con il suo unico braccio meccanico, nel frattempo Erik si diresse al pannello di comando e impostò la rotta verso Saturno: voleva rivedere ancora una volta i suoi amati anelli, lo avevano sempre affascinato.
Un piccolo tavolo e un piccolo sgabello bianco salirono dal pavimento, dal soffitto scese un braccio che svuotò dell'acqua calda dal colore strano nella grande tazza da ramen che aveva portato Joel: era un brodo che conteneva tutti i nutrienti necessari per una sana colazione e chi avesse avuto un po' di fantasia avrebbe potuto cogliere un retro gusto di fetta biscottata bagnata nel latte, ma chi si ricordava il gusto del vero cibo a quei tempi?
Mentre Erik stava bevendo la colazione assorto nei suoi pensieri, il robot parlò.
"Signore, dovremmo fare ritorno alla Stazione Rifornimenti-Terra più vicina, iniziano a scarseggiare i viveri per lei, l'ossigeno, il carburante, l'acq…"
"Si si, ho capito!" lo interruppe Erik "Niente anelli di Saturno nemmeno questa volta, cambia pure la rotta! Accidenti, è peggio convivere con te che con una moglie e una suocera!"
Il robot stava cambiando rotta quando l'umano finì di consumare la sua colazione, così il maggiordomo di casa raccolse la tazza e la ripose in una apertura sulla parete che si era aperta dopo che aveva digitato alcuni tasti. Non appena il servo ebbe finito il suo lavoro, il cinico umano disse "Voglio di controllare se ci sono novità, fai apparire il mio computer."
Così lo schiavo digitò altri tasti e dal soffitto discese, proprio sopra al tavolo, un altro braccio meccanico al quale era collegato uno schermo. Toccandolo con i polpastrelli l'uomo controllò velocemente le ultime novità e le offerte di "per-tutti-bisogni.uni", il sito internet che aveva consultato il giorno precedente e che gli aveva fruttato una bella notte di passione. Purtroppo non vi era niente di interessante, solo annunci molto costosi di cose create in laboratorio, illusioni di un passato che non esisteva più come "comprate dei veri pomodori", "assaggiate il vero cioccolato" e altre cose simili: come se qualcuno potesse sapere se quelle schifezze in provetta avessero veramente il sapore con il quale erano vendute! A questi annunci si aggiungevano donne in cerca di un uomo per diventare madri, parrucchieri a domicilio offrivano un taglio alla moda, come se essere al passo coi tempi fosse ancora importante ora che il tempo non esisteva più, e tante altre inserizioni superflue, eco di un passato che non aveva più senso ricordare.
Così, annoiato come ogni altro giorno, Erik disse al robot che sarebbe andato a coricarsi: dormire era il miglior modo per far passare velocemente il tempo in attesa di morire.
La nave aveva già iniziato il suo viaggio verso la più vicina fra le Stazioni Rifornimento-Terra sparse nell'universo, in quel luogo altri robot lavoravano per prelevare tutti gli elementi chimici primari dai pianeti vicini, quest'ultimi venivano poi utilizzati dalla stazione che produceva tutto quello che serviva alle navi, dall'ossigeno alle brodaglie che costituivano i pasti degli esseri umani.
Naturalmente tutto questo era svolto esclusivamente da robot e nessuno uomo in carne ed ossa doveva compiere alcun gesto, nemmeno controllare che tutto funzionasse.
Sdraiato sul duro letto Erik sentì l'odore della donna che era con lui la notte precedente, per un po' lo assaporò con gusto poi, disgustato si girò dall'altra parte: "sentimenti: sono una maledizione!".
Literature
The Dream.
There is the rope,
That ended my life.
There hanging by the rope,
is my body.
I look over,
There they sit,
Scared, crying, shocked.
I see my brother,
Walk over to him,
And hug him.
He's crying.
I tell him it's okay,
I'm still here.
He doesn't hear me,
Or feel my hug.
Am I dead?
Is this a dream?
I watch as he stands up,
Still crying and scared.
He calls her,
And tells her the news.
Why did I do this?
I've hurt them too much.
I thought they deserved this,
But he doesn't at all.
I wake up in tears,
It was only a dream.
I said goodbye,
She said okay,
But maybe for them,
I'll stay.
Literature
i'm sick
i knew infectious diseases to have statistics, medication and survival rates
not quaky lungs, thick eyelashes and calloused fingers
i expected a rash or a popped blood vessel or abdominal pain
but i got bumper car thoughts and feelings with spikes
i did get trouble breathing, a headache and sore feet
but i think that's from holding my breath, following untamed solutions and chasing after you again
i also got pain
and i reckon this kind is out of morphine's expertise
but i don't know if that's a symptom
or a long term side effect from all the ways i tried to save you
maybe the statistics are all the times i mistook you as a cure
and all the t
Literature
Thomarie.-Remember me. Parte 4.
¡Le había dado un beso! y para colmo le había llamado Thommy.
Marie al llegar a los camerinos, su rostro empezó a adquirir un tono rojizo por la verguenza y pena al recordar el momento y eso no paraba, ya que Cassidy saco a relucir con sus compañeras.
-Así que al fin decidiste hablar con Thomas ¿verdad Marie?- hablo Cassidy, ya todas las chicas sabían la historia de su amiga pelirroja y respetaban su decisión de alejarse de él. Pero esto comenzaba a ponerse bueno y querían saber mas.
Rodeándola de preguntas mientras que ella se hacia el peinado y el maquillaje, molestándola u
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E' la quinta volta che provo ad aggiungere questo file, spero che non siano presenti errori o refusi di stampa ma ormai sono stanco di DA e degli errori che continua a darmi a causa sua e della mia linea adsl. Ora mi accontento di inserire tutto, rileggerò nuovamente domani.
E' per il concorso Sci-Fi.
E' per il concorso Sci-Fi.
Comments13
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Molto interessante l'ambiente. Non mi è chiaro se il pianeta Terra esiste ancora o no, ma probabilmente, lo spero, la storia andrà avanti e ci darai più informazioni.
Molto carino insomma, soprattutto questa "noia" del tempo e dell'attesa di morire. Disillusione insomma. Chiave è il passaggio dove dice che gli uomini non fanno più niente, nemmeno controllare se tutto funziona. Un punto di vista interessante per un futuro che non si sa perché sta cercando in tutti i modi di "agevolarci la vita". Non nego che mi piaccia poltrire e dormire di più, ma mi sento veramente in pace con me stesso quando riesco a dormire di sasso perché di giorno ho faticato fino allo sfinimento.
Vedremo... insomma
In bocca al lupo!
Molto carino insomma, soprattutto questa "noia" del tempo e dell'attesa di morire. Disillusione insomma. Chiave è il passaggio dove dice che gli uomini non fanno più niente, nemmeno controllare se tutto funziona. Un punto di vista interessante per un futuro che non si sa perché sta cercando in tutti i modi di "agevolarci la vita". Non nego che mi piaccia poltrire e dormire di più, ma mi sento veramente in pace con me stesso quando riesco a dormire di sasso perché di giorno ho faticato fino allo sfinimento.
Vedremo... insomma
In bocca al lupo!